30 gennaio 2015

Reincarnazione? Bambino fornisce dettagli della sua vita passata

 (Shutterstock*)

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.
Se un bambino vi desse informazioni dettagliate sulla vita di un uomo deceduto di cui non può sapere nulla, credereste che sia la reincarnazione di quell’uomo?
Il dottor Erlendur Haraldsson, psicologo e professore emerito alla University of Iceland, a Reykjavik, ha studiato a lungo la reincarnazione. Ha evidenziato un caso su cui ha iniziato ad indagare nel 2000, in cui un bambino di nome Nazih Al-Danaf ha fornito dettagli corretti sulla sua cosiddetta vita passata.
Gli ha chiesto: «Chi ha costruito le fondamenta di questo cancello all’entrata di questa casa?» Nazih ha risposto: «Un uomo della famiglia Faraj». Ed era corretto.
Il dottor Haraldsson ha lavorato con Majd Abu-Izzeddin, ricercatore del libanese, per intervistare i membri della famiglia del bambino e la famiglia del deceduto di cui Nazih dovrebbe essere la reincarnazione. Tutti i testimoni sono stati intervistati più volte a distanza di alcuni mesi e le storie sono rimaste più o meno sempre le stesse. La testimonianza che ha colpito di più è quella della moglie del deceduto, che ha testato la conoscenza del ragazzino sulla sua vita con suo marito.


PRIMI DIALOGHI DI UN’ALTRA VITA
Quando aveva un anno e mezzo, Nazih ha detto a sua madre: «Io non sono piccolo, sono grande. Porto due pistole. Porto quattro granate a mano. Sono un qabai (una persona forte e senza paura). Non lasciarti spaventare dalle granate, so come usarle. Ho molte armi. I miei ragazzi sono giovani e voglio andarli a vedere».
Ha utilizzato parole che i suoi genitori non si aspettavano conoscesse a quell’età, ha mostrato uno strano interesse per whiskey e sigarette, ha raccontato di un amico muto che aveva una sola mano, ha detto di possedere una macchina rossa e di essere morto quando alcune persone sono venute a sparargli. Ha raccontato di essere stato portato all’ospedale con l’ambulanza, dove gli hanno fatto l’anestesia attraverso il braccio. Ha chiesto di essere portato a casa sua in Qaberchamoun, un piccola città a circa dieci chilometri di distanza.
Nazih ha dei parenti vicino Qaberchamoun, ma non è mai stato nella città e lì non conosceva nessuno. Dopo anni di capricci, i suoi genitori l’hanno finalmente portato a Qaberchamoun all’età di sei anni, nel 1998. Con lui sono andate anche alcune delle sue sorelle.
TROVARE LA CASA, PARLARE CON SUA ‘MOGLIE’
Sono arrivati a un incrocio di sei strade a Qaberchamoun. Nazih ha indicato una delle strade e detto di seguirla. Poi ha detto a suo padre di aspettare fino al prossimo bivio e poi di andare verso casa sua. Suo padre, Sabir Al-Danaf, ha eseguito gli ordini di suo figlio. Alla fine è stato obbligato a fermare la macchina, perché la strada era bagnata ed era difficile guidare. Nazih è saltato fuori e ha iniziato a correre. Suo padre l’ha seguito e le donne sono uscite per parlare con un uomo del posto mentre aspettavano il ritorno di Nazih e Sabir.
Mentre le donne gli raccontavano cosa Nazih gli aveva detto, l’uomo è rimasto di sasso. I dettagli combaciavano con la vita di suo padre. Il dottor Haraldsson ha intervistato quest’uomo, Kamal Khaddage, il cui padre, Fuad Assad Khaddage, era morto alcuni anni prima.
Nazih non era in grado di riconoscere nessuna delle case che aveva davanti, quindi lui e suo padre sono tornati alla macchina. Khaddage ha chiesto a sua madre, Najdiyah, di poter parlare con il bambino. Avendo ascoltato che il bambino poteva essere stato la reincarnazione di suo marito, lo ha testato.
Gli ha chiesto: «Chi ha costruito le fondamenta di questo cancello all’entrata di questa casa?» Nazih ha risposto: «Un uomo della famiglia Faraj». Ed era corretto.
Gli ha chiesto se lei avesse avuto qualche incidente quando vivevano nella loro casa ad Ainab. Nazih gli ha risposto che si era slogata la spalla una mattina, di averla portata dal dottore una volta tornato da lavoro e che aveva dovuto portate il gesso per un po’. Anche questo era corretto.
Gli ha chiesto se si ricordasse di come di fosse ammalata loro figlia Fairuz. Lui ha risposto: «È stata avvelenata dai miei medicinali e l’ho portata all’ospedale». Corretto.
Nazih è andato in un armadietto specifico di sua volontà e ha detto che lì era dove teneva le sue armi, anche se al momento non ce n’era nemmeno una. Lì era dove Faud teneva le sue armi. Il bambino ha chiesto alla vedova di Faud se si ricordava di come la loro macchina si fosse fermata due volte sulla strada da Beirut e dei soldati israeliani che li avevano aiutati a farla ripartire. In effetti tutto ciò era accaduto. Il bambino ha menzionato un barile nel giardino che usava per insegnare a sua moglie a sparare ed è uscito fuori di corsa a vedere se fosse ancora lì. C’era ancora.
Najdiyah ha mostrato una fotografia di Faud a Nazih e gli ha chiesto: «Chi è quest’uomo?». Il bambino ha risposto: «Questo sono io, ero grande ma ora sono piccolo».

Immagine di un ragazzo in acqua fornita da Shutterstock

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Articolo in inglese: Do You Believe in Reincarnation? Boy Gives Detailed, Verified Information About Past Life

19 gennaio 2015

NOHAM CHOMSKY – Ecco a Voi 10 modi per capire come ci prendono in giro

NOHAM CHOMSKY PADRE DELLA CREATIVITA’ DEL LINGUAGGIO, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

NOHAM CHOMSKY - Ecco a Voi 10 modi per capire come ci prendono in giro
1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).
2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.
3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.
5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.
6) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.
7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.
8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.
9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.
10) I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.
Si tratta di un decalogo molto utile. Io suggerirei di tenerlo bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi.
Redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org

Nessuno è in grado di risolvere l’enigma di UVB-76, la stazione radio russa che trasmette messaggi in codice dal 1970

Un curioso ronzio trasmesso per quarant'anni, interrotto ogni pochi mesi da una voce che comunica un messaggio in codice. È il mistero di UVB-76. Nessuno conosce lo scopo esatto della trasmissione, né di decifrare l'enigmatico messaggio in codice. Le teorie predominanti suggeriscono che si tratti di una stazione radio utilizzata dai militari. Altri pensano che potrebbe essere un conto alla rovescia in grado di scatenare una guerra nucleare

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Un segnale intermittente trasmesso ininterrottamente da quattro decenni.
Poi, improvvisamente, il segnale cessa per far posto ad una voce fredda marcata da un forte accento russo che dice: “UVB-7-6”, prima di elencare una serie di parole e numeri in codice.
Altrettanto improvvisamente, la lettura del messaggio finisce e il ronzio riprende per qualche mese, fino a quando un nuovo messaggio non verrà trasmesso.
Gli scopritori dell’enigmatica trasmissione, conosciuta fin dal 1970, etichettano il fenomeno come “The Buzzer”, oppure “UVB-76”, e più recentemente come “MDZhB”. Tuttavia, il significato e il motivo della trasmissione rimangono un mistero.
Sono in molti ad aver avanzato teorie su UVB-76, ma nessuna di esse sembra poter dire qualcosa di definitivo sulla trasmissione. Alcuni pensano che sia una comunicazione in codice utilizzata dai militari, altri invece sostengono che possa trattarsi di un qualche esperimento atmosferico. Altri ancora pensano che sia uno strumento in grado di scatenare un attacco atomico.
Il segnale intermittente è trasmesso sulla frequenza di 4625 kHz e può essere ascoltato da chiunque, anche on-line, utilizzando uno dei flussi in streaming disponibili: collegatevi al sito dell’Università di Twente e inserite la frequenza di 4625 kHz:

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Per anni la trasmissione sembrava provenire dalla città di Povarovo, vicino Mosca, ma a partire dal settembre 2010, la posizione risulta essere cambiata. Ora, gli esperti ritengono che il segnale venga trasmesso dalla Russia Occidentale, nei pressi di Pskov.
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Secondo il sito Number Stations, il segnale intermittente funziona come una sorta di centro di comunicazione all’interno del distretto militare occidentale della Russia, con lo scopo di inivare messaggi in codice alle diverse unità militari e ai loro avamposti.
“Sono venuto a conoscenza di UVB-76 tramite un video di youtube, e subito sono rimasto affascinato dal mistero” racconta Ryan Schaum, studente di ingegneria di Pittsburg che gestisce il sito Number Station. “Ma non sono in grado di decifrare i messaggi. Senza l’accesso al vocabolario, non c’è modo di decifrare cosa stanno trasmettendo”.
Nonostante chiunque possa ascoltare la stazione, nessuno è stato ancora in grado di decifrare il codice. Nel corso degli anni, il segnale intermittente non ha subito variazioni, e niente sembra indicare l’inizio imminente del segnale vocale.
Tutti i messaggi vocali, però, sono trasmessi nello stesso formato. Fino a quattro anni fa, i messaggi cominciavano con il codice “UVB-76” o “UZB-76”. Dal 2010, invece, l’incipit è stato cambiato con “MDZhB” (Zh dovrebbe essere una singola lettera dell’alfabeto cirillico).
I radioamatori hanno segnalato che alcuni codici sono stati ripetuti per mesi o anni, per motivi chiaramente sconosciuti. Il 26 gennaio 2011, l’operatore ha letto il codice “ILOTICIN 36 19 69 46”, il quale è stato ripetuto nei quattro mesi successivi.
Ad ogni modo, la frequenza dei messaggio vocali non è regolare. A volte passano mesi o anche anni tra un messaggio e l’altro. A volte, si verificano vicino ad eventi significativi.
Per esempio, il 18 marzo 2014, 24 ore dopo che la Crimea aveva votato per l’adesione alla Federazione Russa, l’operatore lesse: “Terrakota. Mikhail Dimitri Zhenya Boris. MDZhB. Mikhail Dmitri Zhenya Boris. 81 26 T-E-R-R-A-K-O-T-A”.
Sul conto di UVB-76 non mancano teorie alternative più radicali. Alcuni ipotizzano che la trasmissione faccia parte di una rete di comunicazione segreta utilizzata dall’intelligence russa per comunicare sia con i militari che con le spie sparse in tutto il mondo.
Altri pensano che sia un vecchio interruttore sovietico collegato all’arsenale nucleare nell’ovest della Russia: se il ronzio intermittente si fermasse, scatenerebbe un attacco nucleare automatico! In realtà, il cicalino si è già fermato nel 2010 per poi essere ritrasmesso da un’altra posizione geografica.
Non mancano le interpretazioni più esotiche: dal radio faro per la navigazione degli UFO al segnale in grado di controllare e riprogrammare la nostra mente.
“In passato si diceva che si trattava di una stazione di controllo remoto appartenente alla centrale nucleare di Chernobyl”, racconta Ary Boender, curatore del sito Numbers Oddities. “Sono tutte speculazioni prive di fondamento. Sono convinto che la trasmissione sia di origine militare, come altre stazioni simili presenti in Cina e Stati Uniti”. Questo tipo di comunicazione, infatti, sembra essere molto utile in quanto non richiede l’utilizzo di satelliti.
Comunque, nonostante tutte le teorie e le rassicurazioni, una cosa rimane certa: il significato dei messaggi trasmessi da UVB-76 rimane un mistero e nessuno sembra in grado di decifrarne il codice.
Così, mentre si ragiona sulla sua origine, la posizione e la storia, il vero scopo dei messaggi cifrati rimane sconosciuto. Al momento, non ci sono elementi sufficienti per stabilire se davvero si tratti di una trasmissione militare, un conto alla rovescia o semplicemente una bufala.

Fonte